VISTA FRAGILE E IPOVISIONE: C’E’ DIFFERENZA?
Può capitare di sentir parlare di vista fragile e ipovisione come sinonimi. In realtà non è proprio così, specialmente in termini di intervento per proteggere il residuo visivo e salvaguardare, oltre la vista, la socialità della persona.
Ipovisione e vista fragile sono termini che fanno ormai parte del linguaggio comune. Quante volte abbiamo detto o sentito che i nonni, la vicina di casa, un parente, i genitori di un amico, non vedono più così bene al punto di aver bisogno di un aiuto esterno. Ma il nocciolo della questione non è semplicemente “non vedere bene”, piuttosto “quanto vede e come vede” il nonno, la nonna, la vicina di casa eccetera e quali ricadute ha questo stato sulla sua vita.
La vista fragile– cita il sito di Fonda – è una condizione di importante perdita della vista tale da rendere difficile o impossibile una completa correzione con le normali lenti oftalmiche e da comportare limitazioni nelle attività del quotidiano, con conseguente insoddisfazione e disagio.
Il Dott. Licata, docente di Academia Fonda, suggerisce due altrettanto semplici e chiare definizioni di ipovisione. La prima, scientifica: l’ipovisione è una riduzione significativa della funzione visiva che non può essere completamente corretta con occhiali ordinari, lenti a contatto, terapia medica o chirurgica.
La seconda, legata alla persona: “ipovisione è quella condizione di deficit visivo che non permette a un determinato individuo il pieno svolgimento della sua attività di tipo sociale e lavorativa e il perseguimento delle sue esigenze ed aspirazioni di vita”.
Le due definizioni – vista fragile e ipovisione – sono molto simili tuttavia, lo stato di “fragilità”, precede sia in termini di residuo visivo sia in termini temporali lo stato di ipovisione e quindi, riuscendo a captarne l’insorgenza, è possibile intervenire e gestirla al meglio con una serie di servizi mirati.
E’ noto che con l’avanzare dell’età (più o meno a partire dai 50 anni) e l’insorgenza di alcune patologie si può creare la situazione di fragilità visiva; i professionisti della visione la identificano e intervengono a salvaguardia del residuo visivo, ossia quello “spazio buono” da utilizzare, preservare e proteggere, sul quale la persona fragile può contare per mantenere la sua autonomia e la sua socialità.
Infatti una persona con vista fragile:
- Vede il viso di una persona ma non riesce a coglierne i particolari.
- Deve avvicinarsi molto a un oggetto per riuscire a vederlo.
- Può ascoltare la TV, ma ha grandi difficoltà a mettere a fuoco le immagini.
- Potrebbe uscire, ma non riesce ad attraversare la strada o camminare in sicurezza.
- Legge i titoli dei giornali e dei libri ma ha difficoltà a leggere le pagine interne.
UNA CLASSIFICAZIONE DI IPOVISIONE E VISTA FRAGILE
In una scala che va dalla visione normale alla cecità, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato diversi livelli di ipovisione: lieve, medio-grave, grave (fonte: Ministero della Salute).
Ipovisione lieve individua chi ha un residuo visivo non superiore a 3/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, oppure chi ha un residuo perimetrico binoculare inferiore al 60 per cento
Ipovisione medio-grave identifica chi ha un residuo visivo non superiore a 2/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, oppure chi ha un residuo perimetrico binoculare inferiore al 50 per cento.
Ipovisione grave è tipica di chi ha un residuo visivo non superiore a 1/10 in entrambi gli occhi o nell’occhio migliore, anche con eventuale correzione, oppure chi ha un residuo perimetrico binoculare inferiore al 30 per cento.
La fragilità visiva si può collocare in quel range che va dai 7/10 ai 3/10, ossia prima del livello di ipovisione lieve.
COME VEDE UNA PERSONA AFFETTA DA PATOLOGIE DEL SISTEMA VISIVO?
Distorto, sfuocato, annebbiato, a macchie scure o colorate o a flash…Guarda in questa pagina alcuni esempi reali!
La persona ipovedente non ha capacità, oppure la ha in forma ridotta, di captare i dettagli di quello che vede. Ha, piuttosto, una visione molto generale del contesto in cui si trova. Questo limita fortemente la sua libertà sia in casa – non è in grado di leggere, cucinare, guardare la tv – sia in luoghi esterni, con una conseguente situazione di inattività, insoddisfazione e disagio.
Ecco perché è fondamentale intervenire prima di arrivare alla vera e propria ipovisione.
Ma oggi, la persona con vista fragile può contare su alleati che la aiutano a proteggere e a sfruttare al meglio il suo residuo visivo: gli oculisti e gli ottici optometristi specializzati in ipovisione. Questi professionisti hanno le competenze scientifiche ma anche la capacità di mettere la persona al centro dell’attenzione e aiutarla a compiere un percorso atto a riappropriarsi totalmente o almeno in parte della propria vita, grazie all’utilizzo di un’altra categoria di alleati: gli ausili ipercorrettivi di FONDA.
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